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Christina Lauder: Danzare con la luce


Danzare con la luce


Il #TeamBowens mi ha chiesto di organizzare due manifestazioni per lo stage TPS, uno dei quali ho sviluppato nell'evento di quattro giorni sul tema “Ritratto di una ballerina”, che poi è diventato uno dei miei ritratti preferiti perché... la ballerina è anche mia figlia. 

Questo ritratto per me è veramente speciale perché adotta un tipo di illuminazione diverso da quello che si usa nel lavoro quotidiano. All’inizio ho dovuto affrontare degli ostacoli, dato che mia figlia non mi ha mai concesso volentieri di fotografarla (è la tipica tredicenne). 

Ma dopo questo servizio fotografico ha confessato di aver finalmente cominciato ad apprezzare l'arte della fotografia ... e il lavoro che fa sua madre. 


Siamo riuscite a lavorare insieme su alcune idee, il che significa che entrambe abbiamo ricavato qualcosa dalle nostre sessioni di ritratto. Io ho avuto modo di giocare con le opzioni di illuminazione e lei adesso ha a disposizione un po’ di foto per i suoi account sui social media ... e anche dei soldi, ovviamente. 

L'idea del ritratto di una ballerina è nata dal mio desiderio di tentare di inserire gli interessi del soggetto in un servizio fotografico. Si tratta di ritrarre la storia di una persona - non solo farne il ritratto. 

Come ho fatto Ho deciso di utilizzare quattro teste XMT da 500W, la stessa cosa che faccio nel mio studio. Sono perfetti sia per la loro gamma di potenza (forniscono sia alta che bassa potenza, così posso scattare alla massima apertura, anche con queste luci dominanti), sia perché il fatto che siano alimentate a batteria significa non avere in giro fastidiosi cavi. Anche la loro rapidità di flash si è rivelata molto utile. 

In fase di lavorazione mi è stato chiesto come facessi a congelare l'azione scattando con un tempo di esposizione di 1/125. Non c’era una luce ambiente a influenzare l'esposizione. In questa scena la luce era fornita solo dal flash impostato alla velocità di 1/3000 di secondo. È stata questa breve durata del flash che mi ha permesso di congelare l'azione. 

Durante la demo ho aggiunto le luci una alla volta, in modo che il pubblico potesse vedere come si può costruire un set .... Abbiamo letteralmente dipinto con la luce. Avremmo potuto fermarci in qualsiasi momento e avremmo ancora avuto un piacevole ritratto senza aggiungere le luci supplementari. 

L'immagine qui sotto è stata illuminata con una sola fonte luminosa, l'Octobox da 120 cm, collocato a sinistra. Ho impostato questa luce in modo che quando la ballerina si trovava di profilo aveva un fascio di luce sul volto. Questa luce era posta sopra la testa, proveniente da dietro alla ballerina e rivolta leggermente verso la fotocamera. Questo si può vedere negli schemi di illuminazione e nello scatto che riprende l’intero set. 


Scuro e malinconico può essere un bel look: Per fare un ritratto ben illuminato non c’è per forza bisogno di più luci. Questo Octobox 120 è una fonte luminosa ampia e morbida e nella posizione in cui si trovava forniva una luce sufficientemente avvolgente da lasciare ancora dettagli nelle ombre. Questo ha prodotto un'immagine più scura, forse più malinconica, ma riuscita in quanto tale. 

Ma non volevo fermarmi lì. 

Volevo dimostrare che se stai illuminando qualcosa e ti accorgi che alcune parti dell'immagine non sono illuminate come vorresti, non devi farti condizionare dagli insegnamenti in base ai quali nei ritratti si usa una sola luce principale e una di riempimento. A volte è facile dimenticare che se una luce non è sufficiente possiamo semplicemente aggiungerne un’altra. 

La foto finale doveva comprendere ogni aspetto della ballerina illuminata con almeno un bordo di luce sui contorni, e doveva mostrare la luce sul suo vestito. 

Octobox è la soluzione: Quindi il passo successivo era quello di aggiungere luci sullo sfondo e su ogni lato. L'immagine qui sotto mostra tutte le luci in posizione e in uso sul set. E si può vedere che ciascun arto della ballerina ha un bordo di luce, il suo volto è acceso e il suo vestito illuminato. Questa è la configurazione delle luci utilizzata per ottenere la prima immagine che appare in questo articolo. 


Qualcuno potrebbe chiedere perché abbia usato diversi softbox. Ebbene, tra le altre cose volevo dimostrare che non è necessario che essi siano tutti identici. Si può usare quello che si ha a disposizione e in questo caso si tratta di quelli che ho nel mio studio. 

Uso regolarmente l’Octobox per la luce principale, quello grande quadrato per la luce di riempimento, e poi ho i due stripbox per creare l’illuminazione ai bordi del soggetto. Per me è utile avere due softbox identici perché ci sono momenti in cui voglio che la luce proveniente da entrambi i lati sia esattamente uguale (ecco perché ho i due stripbox). Ma gli altri softbox li uso per il loro scopo principale. 

Congelare l'azione: Per questa demo ho scattato a F8 utilizzando la mia Fuji X-T2. Volevo tutto a fuoco e una grande profondità di campo. Sapevo anche che avevo a che fare con il movimento e volevo evitare il rischio di non mettere a fuoco. Con l’apertura F8 sono riuscita a evitare che la luce ambientale influenzasse le mie esposizioni. Questo mi ha permesso di utilizzare un’impostazione di potenza sugli XMT che dava una durata del flash di 1/3000 di secondo. 

Sapevo che il flash avrebbe congelato l'azione, cioè esattamente quello che volevo. La durata del flash sugli XMT varia a seconda dell'impostazione di alimentazione. A piena potenza è 1/222 di secondo, che però aumenta rapidamente a 1/823 di secondo con un solo stop di meno (potenza 9) ed è stata di 1/3003 di secondo usando una potenza di 6.7 per questa demo. 

La durata, alla potenza più bassa, è di circa 1/10000 di secondo, quasi incredibile. Non ho mai avuto bisogno di utilizzare le mie luci a piena potenza, quindi per me la durata relativamente più breve (comunque una durata tipica della maggior parte delle luci sul mercato) non è un problema. 

Utilizzando il software di simulazione ho creato un diagramma del sistema di illuminazione che ho usato sul set di Bowens. Lì disponevo di uno spazio limitato e dovevo tenere le luci e il soggetto molto più vicini allo sfondo rispetto a una condizione ideale. 


Come si può vedere sia nel diagramma sopra, sia nello scatto che inquadra anche il set, ci sono sicuramente una dispersione che colpisce la parete posteriore e un'ombra proiettata dai softbox. 

Ho modificato le immagini utilizzando lo riempimento in base al contenuto, la clonazione e la sovrapposizione delle texture per ottenere uno sfondo uniforme e un prodotto finito lucido. 


Balliamo: Se avessi usato una carta uniforme con spazio per far risaltare maggiormente soggetto e luci rispetto allo sfondo, avrei ottenuto una luce simile a quella del diagramma sopra e sarebbe stato necessario molto meno lavoro, in caso di bisogno, per migliorare lo sfondo del mio ritratto. 

In ogni caso sono contenta dei risultati. 

Una volta che le luci erano in posizione, ero pronta per iniziare. 

Non è altrettanto semplice quanto il ritratto di un soggetto statico perché la ballerina deve fare un passo verso l’alto e di solito uno in avanti per raggiungere la posizione. E per creare movimento nell’abito (come abbiamo fatto) ho ricorso a un’altra persona per muoverlo. Nella prima immagine la ballerina ha pensato a muovere l'abito, ma nell'immagine che riprende anche il set avevo un assistente per farlo. 

Tolte quelle più brave, la maggior parte delle ballerine è in grado di rimanere in una posa come quelle sopra solo per un secondo o due. Non è proprio possibile perfezionare la posa o l'illuminazione mentre la ballerina è in posizione. Tutto quello che si può fare è continuare a provare fino a quando non si ottiene il risultato giusto. 

Dopo aver fatto alcuni scatti, valuta le immagini e apporta le modifiche se necessario. Potrebbe essere necessario riposizionare le luci o far spostare la ballerina in modo che le venga più facile trovare una posa più appropriata. 

Non scoraggiarti se non ottieni subito l'immagine perfetta. 

Anche i migliori fotografi, con ballerini molto esperti, è difficile che ottengano lo scatto perfetto senza prima aver fatto vari tentativi.
La giusta messa a fuoco, la tempistica e il lancio del vestito sono tutte competenze che richiedono una certa pratica per ogni sessione.
Ma quando fai lo scatto giusto è un'esperienza bellissima e altamente gratificante sia per te sia per il cliente. So che terrò caro a lungo il ritratto che ho creato di mia figlia. 

http://www.christinalauderportraits.com/
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